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NEW E-MAIL: luciano.canepari@teletu.it

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canIPA Natural Phonetics — Downloadable sound files

Here you will find downloadable mp3 recordings of some accents of a number of languages

For the time being, only some Italian recordings are online.

La buona pronuncia italiana del terzo millennio

Here are the whole contents of the CD accompanying our book La buona pronuncia italiana del terzo millennio (2014, 4th edition). The speakers are Barbara Giovannelli (files 1 to 18) and Luciano Canepari (19 to 40).

Files 11 to 40 are zipped (download and then unzip them).

01. Title:

La buona pronuncia italiana del terzo millennio.

02. A literary passage:

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Brano letterario — È l’ora in cui Mefistofele potrebbe apparirmi e propormi di ridiventare giovane. Non accetterei. Rifiuterei sdegnosamente. Lo giuro. Ma, che cosa gli domanderei, allora, io che non vorrei neppure essere vecchio e che non desidero di morire? Dio mio! Com’è difficile di domandare qualche cosa quando non si è più un bimbo. È una fortuna che Mefistofele per me non si scomoderà. Ma se pur avvenisse ora che debbo attraversare il corridoio buio per recarmi a letto gli direi: «Dimmi, tu che sai tutto quello che debbo domandare». E gli abbandonerei l’anima mia solo se m’offrisse una cosa molto nuova, una cosa che mai conobbi, perché non vi sono giorni della mia vita che vorrei rifare ora che so dove mi condussero. Non verrà. Io lo vedo seduto nel suo inferno che si gratta la barba, imbarazzato.
Ecco che debbo a queste annotazioni il conforto di ridere al momento di recarmi a letto. E Augusta borbotterà, destata solo a mezzo: «Ridi sempre, tu, anche a quest’ora. Beato te».


03. An advertisement:

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Testo pubblicitario — Quando il vento è in poppa, «La vela» naviga nel grande lago della bontà.
Velocità di crociera: tante specialità in una sola serata. Avviso ai naviganti: ricordarsi d’assaggiare a «La vela» le alghe marine allo scoglio, la grigliata di pesce di mare, la pizza pazza e la pizza degli amici. Tempo previsto: sereno sul suo bellissimo terrazzo esterno, leggera burrasca nel parco giochi dei bimbi.
Previsioni per i prossimi anni: tante felici serate al Ristorante «La vela», a Como, Lungolago Cadorna 20.
«La vela»: e il naufragar m’è dolce… in questo lago di bontà!


04. A theatrical monolog:

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Monologo teatrale — Ho semplicemente approfittato di un’occasione. <hidden>Bisognava mettere al sicuro la scienza di re Salomone e punire il vostro tradimento. Dovevo rendervi innocui, per mezzo dei vostri assassini. Perciò vi ho aizzato addosso le tre infermiere. Sulle vostre azioni potevo contarci; eravate prevedibili come degli automi; e avete ucciso come dei carnefici.
È inutile aggredirmi, Möbius, come è stato inutile bruciare manoscritti che erano già in mio possesso. Non sono più le mura di una clinica, a circondarvi: questa casa è la tesoreria del mio trust. Racchiude tre fisici, i soli oltre a me che sappiano la verità. Non sono i guardiani di un manicomio a tenervi in scacco: Sievers è il capo della mia polizia di fabbrica.
Vi siete rifugiati proprio nel vostro carcere. Salomone ha pensato e agito attraverso voi, e adesso egli vi distrugge, per mia mano. Io invece assumo il suo potere. Io non ne ho paura. La mia clinica è piena di parenti pazzi, ricoperti di gioielli e di decorazioni. Io sono l’ultimo rampollo normale della mia famiglia, sono l’ultima, sterile, buona soltanto per l’amore del prossimo. Ma ecco che Salomone si è mosso a pietà di me.
Egli, il re che possiede mille concubine, ha prescelto me sola. Ora io sarò più potente dei miei padri. Il mio trust avrà il dominio, conquisterà paesi e continenti, sfrutterà il sistema solare, raggiungerà la galassia dell’Andromeda.</hidden> Il gioco è fatto, e chi ha vinto non è il mondo, bensì una vecchia vergine gobba.


05. A letter:

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Lettera — Signor giudice, vorrei tanto che un uomo, un uomo solo, mi capisse. E desidererei che quell’uomo fosse Lei.
Durante le settimane dell’istruttoria abbiamo passato lunghe ore insieme: ma allora era troppo presto. Lei era il giudice, il mio giudice, e io avrei fatto la figura di chi cerca di scolparsi. Adesso sa che non si tratta di questo, vero?
Abbiamo vissuto sei settimane insieme, se così posso esprimermi. Lei cercava di capire, me ne sono accorto. Ci guardavamo l’un l’altro. È questo, è tutto questo che Le dovrò spiegare, ma mi rendo conto che è un’impresa quasi impossibile. Sarebbe tanto più facile se avesse ucciso anche Lei…
Sono contento che tutto sia finito, ma confesso che vorrei avere ancora qualche possibilità di spiegarmi, perché vorrei rivelarLe qualcosa che Lei sospetta, una cosa che Lei non vuole ammettere e che La tormenta in gran segreto, una cosa di cui sono certo, io che ho più esperienza di Lei. Tante cose le ho capite, e Lei sa che le ho capite! Perché io, vede, ho comunque un immenso vantaggio su di Lei: ho ucciso.


06. A poem:

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Poesia — Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, in silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


07. A Recipe:

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Ricetta culinaria — «Polpette saporite»
Tempo necessario: 7 minuti. Occorrono: 600 grammi di carne macinata, 2 uova, 4 pomodori, poca farina, olio, burro e sale, erbe aromatiche a piacere.
Tagliate i pomodori a metà, e posateli su un foglio di carta da cucina, capovolti, perché s’asciughino. Intanto preparate le polpette, impastando la carne con le spezie. Infarinatele e fatele dorare nel burro fuso. Nel frattempo, versate dell’olio in un’altra pentola e, quand’è caldo, mettete i pomodori. Fateli cuocere pochi minuti, e poi scolateli. Sistemateli su un piatto di portata, riempite ogni metà con una polpetta, irrorate col burro rimasto nelle padelle, e spolverate di erbe aromatiche. Servitele calde.


08. Fairy tale

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Favola — Nell’oceano australiano, sulla Grande Barriera Corallina, una famiglia di pesci pagliaccio viene attaccata da un feroce barracuda. Gli unici a salvarsi sono il papà, Marlin, e un piccolo uovo che sta per schiudersi. Marlin decide di chiamarlo Nemo, e gli promette che non gli accadrà mai niente.
Da quel lontano giorno, Marlin è sempre molto protettivo con Nemo, anche perché il suo pesciolino è nato con una pinna più piccola dell’altra.
Ma intanto Nemo è cresciuto, e anche per lui è arrivato il momento emozionante del primo giorno di scuola.
«Sei sicuro di voler cominciare?» gli chiede Marlin preoccupato. «Perché, se non sei pronto, puoi anche aspettare altri cinque o sei anni».
Ma Nemo non vede l’ora di imparare tante cose nuove sull’oceano. Per esempio: «Quanto vivono le testuggini?» – «Se ne incontro una, glielo chiederò», gli dice Marlin.
Più tardi, Nemo e Marlin conoscono il maestro di scuola, una grande manta che si chiama Ray. I pesciolini gli vanno incontro festosi, ma Marlin trattiene Nemo, perché come al solito ha paura che possa capitargli qualcosa. Il maestro Ray cerca di tranquillizzarlo. Poi, mentre gli alunni gli salgono sulla schiena, dice: «Benvenuti a bordo, esploratori!»


09. A philosophical essay

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Saggio filosofico — Ora, secondo me, non esiste nulla di simile all’induzione. È pertanto logicamente inammissibile l’inferenza da asserzioni singolari «verificate dall’esperienza» (qualunque cosa ciò possa significare) a teorie. Dunque le teorie non sono mai verificabili empiricamente. Se vogliamo evitare l’errore positivistico, consistente nell’eliminare per mezzo del nostro criterio di demarcazione i sistemi di teorie delle scienze della natura, dobbiamo scegliere un criterio che ci consenta di ammettere, nel dominio della scienza empirica, anche asserzioni che non possono essere verificate.
Ma io ammetterò certamente come empirico, o scientifico, soltanto un sistema che possa essere controllato dall’esperienza. Queste considerazioni suggeriscono che, come criterio di demarcazione, non si deve prendere la verificabilità, ma la falsificabilità di un sistema. In altre parole: da un sistema scientifico non esigerò che sia capace di essere scelto, in senso positivo, una volta per tutte; ma esigerò che la sua forma logica sia tale che possa essere messo in evidenza, per mezzo di controlli empirici, in senso negativo: un sistema empirico deve poter esser confutato dall’esperienza.


10. A comic theatrical text:

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Testo teatrale comico — E ora qualche rapido consiglio alle gentili amiche lettrici che hanno la benevolenza di scrivermi. A Fleur du mal di Isernia dirò quello che ho già detto tante volte a proposito di quei molesti punti rossi della pelle che se si sviluppano si chiamano foruncoli e se restano piccoli si chiamano brufolini. Bagnali frequentemente con una pezzuola intrisa di acqua di petunia bollente e qualche goccia di cloro. Se la petunia non si trovasse (io la compravo sempre a Odessa prima della rivoluzione, ma mi dicono che ora sia meno di uso corrente) puoi usare tranquillamente acqua semplice bollita con una buccia di popone provenzale.
Un’altra lettera viene da un piccolo paese della Sicilia ed è firmata: Bruna nell’imbarazzo. Mi dispiace: «Alta 1,45, peso chilogrammi sessanta, devo farmi un cappottino; potendomene fare uno solo, come regolarmi?» Secondo «Harper’s Bazar» la risposta è una sola: viola. Non ti mancherà una tenda, una coperta, uno scendiletto, insomma qualcosa di morbido e di caldo che, dopo aver tinto con uno di quei meravigliosi ritrovati che ha qualsiasi buon droghiere, potrai tagliare e cucire in casa e non ti costerà niente, se non forse quei pochi soldini che si possono spendere dal merciaio per ago, filo e automatici. E… auguri!


11. An answerphone:

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Segreteria telefonica — Risponde il numero 87-53-29. L’utente chiamato è momentaneamente assente. Se volete, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico. Grazie.
«Ciao… ehm… so… so… sono Giova… Mi scusi, ho sbagliato».


12. A train announcement:

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Annuncio ferroviario — Padova, stazione di Padova. Parte dal binario uno Eurostar 737 per Roma Termini. Ferma a Rovigo, Ferrara, Bologna, Firenze Santa Maria Novella, Orte.
Servizio di carrozza ristorante in testa. Prenotazione obbligatoria.


13. A reportage:

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Testo Giornalistico — Gli alunni figli di genitori immigrati, marocchini, rumeni, cinesi e altre nazionalità, sono nel Veneto 35.800, secondo l’ultimo rapporto immigrazione. Di questi, più del 30% arrivano da un contesto culturale islamico e da paesi di lingua araba.
Nel Nordest, quasi il 21% degli studenti è di origine straniera: quasi tutti resteranno qui e, al compimento del 18° anno, acquisiranno di diritto la cittadinanza italiana. Tuttavia, in alcune zone del Veneto, la presenza di alunni stranieri è ben superiore a questo 21%. Si arriva, ad esempio, al caso di una classe di una scuola elementare del quartiere trevigiano di San Liberale, la Carlo Collodi, dove c’è un solo bambino italiano assieme a quindici bambini figli d’immigrati. E, sempre a Treviso, nel primo Circolo Didattico, la percentuale di bambini di origine straniera, supera il 51%.
In base alla legge italiana l’istruzione, come la salute, è un diritto universale per tutti i minori, italiani o stranieri. Un diritto, ma anche un preciso dovere. Da parte sua la scuola, ricordano le direttive del ministero, dovrà favorire l’accesso ai servizi educativi, la partecipazione alla vita della comunità, un graduale e corretto inserimento, il riconoscimento e il rispetto delle identità e delle appartenenze culturali.


14. The incipit of an epic poem:

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Incipit di testo poetico — Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto, a dir qual era, è cosa dura,
esta selva selvaggia e aspra e forte,
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara, che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’io vi trovai,
dirò dell’altre cose ch’io v’ho scorte.
Io non so ben ridir com’io v’entrai,
tant’era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch’io fui al piè d’un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto, e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogni calle.
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m’era durata
la notte ch’io passai con tanta pieta.
E come quei che, con lena a‡annata,
uscito fuor del pelago alla riva,
si volge all’acqua perigliosa e guata,
così l’animo mio, che ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò giammai persona viva.


15. A radio announcement:

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Annuncio radiofonico — Abbiamo trasmesso il diciassettesimo episodio del romanzo: «I tre moschettieri», di Alessandro Dumas. Riduzione e adattamento radiofonico di Francesco Savio, Andrea Camilleri e Flaminio Bollini. Compagnia di prosa di Firenze della Radiotelevisione italiana. Hanno preso parte alla trasmissione: Ennio Balbo, Warner Bentivegna, Franco Graziosi, Carlo Hintermann, Dario Màzzoli, Rinaldo Mirannalti, Ilaria Occhini. Regia di Andrea Camilleri.


16. Comparison between different kinds of intonation:

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Confronto tra due tipi d’intonazione — Le nuvole si squarciarono, il cielo si rischiarò e le lastre di ghiaccio si trasformarono in specchi dorati.

a. An example of appropriate intonation: Esempio d’intonazione ortologicamente adeguata.

b. An example of ‘bookish’ inappropriate intonation: Esempio d’intonazione didascalica ortologicamente inadeguata.

c. An example of journalistic inappropriate intonation (as an attempt to avoid ‘bookish’ intonation): Esempio d’intonazione giornalistica antididascalica ortologicamente inadeguata.


17. Further intonation examples

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Altri esempi d’intonazione — Dagli atri muscósi, dai fòri cadènti,
dai bòschi, dall'arse fucìne stridènti,
dai sólchi bagnàti di sèrvo sudór
un vólgo dispèrso repènte si désta,
intènde l'orécchio, sollèva la tèsta
percòsso da nòvo crescènte romór.

a. Appropriate intonation: Intonazione adeguata.

b. Inappropriate intonation: Intonazione inadeguata.


18. A tongue-twister:

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Scioglilingua
Ride un rospo radioattivo
rode un radar
tra i roseti
dove Rina va di rado
a cercare ramarri rari
brucia un rebus con orrore
s’arroventa il rosmarino
un registro è rovinato
dalla ruggine del record
un recluso è rannicchiato
nel recapito del rame.


16-20 21-25 26-30 31-35 36-40

ISPR, MaPI

Recordings from Italiano standard e pronunce regionali (1986, third edition): Note and Questionnaire (PDF) — May 2009

Contents File
00. Neutral Pronunciation (or, close to…)
01. Piedmont
02. Liguria
03. Lombardy
04. Emilia-Romagna
05. Alto Adige (South Tirol)
06. Trentino
07. Veneto
08. Friuli
09. Venezia-Giulia
10. Tuscany
11. Umbria
12. Marche
13. Latium
14. Abruzzo
15. Molise
16. Campania
17. Lucania (Basilicata)
18. Apulia
19. Calabria
20. Sicily
21. Sardinia

Recordings from Manuale di pronuncia italiana (1999, second edition): Nota (PDF) — May 2009

Contents File
Vowels
Consonants
Syllables and Stress
Double Consonants
Intonation
Reading Aloud
A Lesson/Lecture
A Presentation
A Report
Paraphonics
Hamlet
A Poem: L'infinito
A Tale
A Letter

The basics of the pronunciation of neutral Italian

Vowels (1-7)

Transcript speaker
LuCa Fil
1. lidi, visti, finí
2. sere, scelte, perché
3. bene, bella, caffè
4. data, cagna, sarà
5. cono, morto, osò
6. voto, pongo, pinot
7. mutuo, punto, giú

Vowel adjustment (8-11)

Transcript speaker
LuCa Fil
8. vivono, dissero, ridere, singole
9. fungono, unsero, rudere, cupole
10. bene, ben detto, benissimo
11. moto, moto-scooter, motore

Nasals (12-18)

Transcript speaker
LuCa Fil
12. ma, m’ama, mamma
13. no, nono, nonno, non, non è
14. gnomo, segno, bagnò, gli gnocchi
15. Anio, Annio, Agno
16. gamba, gonfio, sente
17. lancia, inconscio, fango
18. un pane, in faccia, con Gianni, con Gneo, un campo

Stops and stop-strictives (19-22)

Transcript speaker
LuCa Fil
19. pere, bere, noto, nodo, cara, gara
20. razza (specie), razza (pesce)
21. cena, dice, lancia, dolce, sorcio
22. gita, agile, frange, bolgia, Sergio

Constrictives (23-26)

Transcript speaker
LuCa Fil
23. fare, offro, Alfio, vengo, serve, viva
24. se, sasso, lapis, gas
25. asilo, base, musica, crisi, disumano
26. scena, coscia, la scienza, uno sciame

Approximants (27-28)

Transcript speaker
LuCa Fil
27. ieri, piú, chiodo, piange, paio
28. uovo, quando, chihuahua, quiete

Vibrants and laterals (29-32)

Transcript speaker
LuCa Fil
29. raro, parlare, Mario, carro, Enrico
30. famiglia, scegli, pigliare, agli amici, dirglielo
31. olio, Ollio, Oglio, sveliamo, svelliamo, svegliamo
32. sberla, slegare, srotolo (these also show s + voiced C)

Hiatus & diphthong (33-34)

Transcript speaker
LuCa Fil
33. biennio, riesce, chiunque, Trieste, cliente
34. quale, duale, duole, Manuela

Stress: primary and secondary (35-37)

Transcript speaker
LuCa Fil
35. càpito, capíto, capitò
36. pòrtateli, portàteli, portatéli
37. fabbri, fabbrica, fabbricano, fabbricamelo, fabbricamicelo

Duration & cogemination (38-40)

Transcript speaker
LuCa Fil
38. caro, carro, mole, molle, cane, canne, tufo, tuffo, fato, fatto
39. a cena, a me, ha detto, ho sete, tre gatti
40. dirò qualcosa, partí per il Canada, cosí tranquillo

Conclusive intoneme (41-44)

Transcript speaker
LuCa Fil
41. Ci vado domenica.
42. Parto per Napoli.
43. È pronto per sabato.
44. Parlano di Debora.

Interrogative intoneme (45-48)

Transcript speaker
LuCa Fil
45. È Stefano?
46. Mi ritelefoni?
47. Facciamo per sabato?
48. Ci andiamo in macchina?

Normal partial questions (49-52)

Transcript speaker
LuCa Fil
49. Chi è?
50. Quando tornano?
51. Dov’è il telefono?
52. Che ore sono?

Polite partial questions (53-56)

Transcript speaker
LuCa Fil
53. Chi è?
54. Quando tornano?
55. Dov’è il telefono?
56. Che ore sono?

Useful comparisons (57-62)

Transcript speaker
LuCa Fil
57. Quando tornano? [normal partial question]
58. Quando tornano? [polite partial question]
59. Quando tornano?? [echo question]
60. Quando tornano? [total question]
61. Quando tornano. [normal statement]
62. Quando tornano! [emphatic statement]

Continuative intoneme (63-65)

Transcript speaker
LuCa Fil
63. Davide, Stefano, Monica…
64. Mandorle, fragole, datteri…
65. undici, dodici, tredici, quattordici…

Suspensive intoneme (66-70)

Transcript speaker
LuCa Fil
66. O Stefano o Monica.
67. Vuoi fragole o datteri?
68. Signore e signori…
69. Per quanto riguarda la fonetica, …
70. undici, dodici, tredici, quattordici.

Useful comparisons (71-76)

Transcript speaker
LuCa Fil
71. Domenica? [as in Facciamo per domenica?]
72. Domenica,… [as in O domenica… o niente.]
73. Domenica, [as in Fa lo stesso: domenica, o lunedí.]
74. Domenica. [as in Siamo d’accordo: domenica.]
75. Domenica! [as in Dev’essere per forza domenica.]
76. Domenica?? [as in Hai proprio detto «domenica»?]

Focus/Emphasis (77-80)

Transcript speaker
LuCa Fil
77. Temevo lo facessero.
78. Temevo lo facessero.
79. Lo finiscono per sabato?
80. Lo finiscono per sabato?

Parentheses & quotations (81-86)

Transcript speaker
LuCa Fil
81. Sognare non fa male, a volte.
82. Sognare, a volte, non fa male.
83. Curiosamente, il termine viene usato con intenzioni dispregiative.
84. Il termine viene usato, curiosamente, data la fonte, con intenzioni dispregiative.
85. Le scrisse: «Tornerò il mese prossimo», ma non si fece piú vedere.
86. «Non è possibile» dissero.

More complex sentences (87-88)

Transcript speaker
LuCa Fil
87. Servizio meteo. Per quanto riguarda il Veneto, il tempo, specie sulla Valdastico, sarà in prevalenza instabile.
88. Al mattino cielo in prevalenza nuvoloso con precipitazioni su gran parte del territorio, anche a carattere di rovescio o temporale; dal pomeriggio graduale diminuzione della probabilità di piogge, e attenuazione della nuvolosità, fino a condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso in serata.

The North Wind and the Sun

Transcript speaker
LuCa Fil
Si bisticciavano un giorno il vento di tramontana e il sole, l’uno pretendendo d’esser piú forte dell’altro, quando videro un viaggiatore, che veniva innanzi, avvolto nel mantello.
I due litiganti decisero allora che sarebbe stato piú forte chi fosse riuscito a levare il mantello
al viaggiatore. Il vento di tramontana cominciò a soffiare con violenza; ma, piú soffiava, piú il
viaggiatore si stringeva nel mantello; tanto che alla fine il povero vento dovette desistere dal
suo proposito. Il sole allora si mostrò nel cielo, e poco dopo il viaggiatore, che sentiva caldo,
si tolse il mantello. E la tramontana fu costretta cosí a riconoscere che il sole era piú forte di lei.
T’è piaciuta la storiella? La vogliamo ripetere?
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